MATISSE. La seduzione di Michelangelo
Brescia. Museo
di Santa Giulia
Dall’11 febbraio al 12 giugno 2011
Orari: lunedì – giovedì ore 9 – 20
Venerdì – sabato ore 9 – 21
Domenica ore 9
- 20
Si è aperta
a Brescia, al museo di Santa Giulia, la mostra su Matisse. La seduzione di Michelangelo. Organizzata da Brescia
Musei, dalla trevigiana Artematica, è curata da
Claudia Beltramo Ceppi. L’obiettivo delle 180 opere, pitture sculture disegni litografie libri
d’arte gouaches
découpées, che contraddistinguono la grande rassegna?
Offrire un approccio nuovo che faccia dialogare due grandi autori,
Matisse e Michelangelo appunto. Declinare l’itinerario dell’artista
francese verso l’essenza della forma che trova nel genio del 500 la conferma
delle sue opzioni più avanzate.
Riconsiderare il rapporto tra
linea e volume che lo porta a dipingere
e a scolpire cercando d’impadronirsi della
concezione chiara e complessa del grande autore rinascimentale. Ne sono esempi palesi il Grande nudo seduto di Matisse, presente
in mostra, che modella e rimodella per
sei anni a partire dal 1922; il Nudo disteso che riprende chiaramente L’Aurora michelangiolesca conservata nella chiesa di san Lorenzo a
Firenze. O l’estrema sintesi
formale che raggiunge in Icaro. Una gouache découpée, collage composto con ritagli di carta
dipinta, del 1946.
Una sorta di nero modellino che si agita nell’immensità del cielo.
Il visitatore sarà in grado di seguirne la parabola
creativa: le prime opere fauve, le realizzazioni dal 1908 al 1914. E quelle legate a Nizza dal 1918 in poi: dove
dipinge le odalische, immagini di primitiva
e dilatata carnalità che vuole esplodere priva di sensi di colpa.Ma chi era
Matisse, il mancato avvocato di Le Cateau-Cambrèsis che sarebbe stato definito tailleur de lumière (sarto di luce) e come arriva alla pittura? Un
artista che inquadra nel suo orizzonte tutto ciò che è riconducibile al “lusso,
calma e voluttà”, così verseggiava Baudelaire, facendo della gioia di vivere la
meta ultima della sua ricerca pittorica impastata nella visione decorativa.
Veramente insolito il percorso di Henri
Matisse. Originariamente studia giurisprudenza all’università di Parigi. A
vent’anni comincia a far pratica. Ma scopre molto presto di non provare nessun
interesse per le sentenze. Una malattia intestinale lo salva dalle rigide
procedure dei codici. Relegato in
un letto, per distrarsi inizia a dipingere. Abbandona gli studi di
giurisprudenza Gira diverse accademie fino a quando conosce André Derain e
Maurice de Vlamink. Nasce il gruppo dei Fauves.
L’esposizione dei loro quadri, a partire dal Salon
d’Automne parigino del 1905, sconvolge critica e pubblico per la violenza dei
colori, il contrasto dei toni, la spregiudicatezza degli accostamenti. Il dipinto
di Matisse è Donna con cappello del
1905. Ritrae la moglie in una sequenza di piani cromatici dove accosta macchie
e chiazze verdi blu rosse. Nella posa di tre quarti, il volto che guarda
l’osservatore, si legge la caricatura
del ritratto tipico borghese che la
Parigi-bene non sopporta.
Matisse si meraviglia delle reazioni che il suo
quadro provoca. Lui e Cézanne sono considerati gli autori meno maudit della storia dell’arte. La sua è
un’arte che insegue la libertà delle forme e dei colori Una filosofia di vita lontana
dalle tragedie, dall’aggressione della storia. Il suo canone estetico non è il
realismo, perché copia la natura.
Non è l’impressionismo. Non è solo occhio come Monet che disintegra la
rappresentazione nel barbaglio luminoso. Matisse, al contrario, la
reintegra facendo coesistere strisce colorate che sanno creare luce e profondità.
Inseguendo una pittura che semplifica idee e forme. Nella Joie de vivre del 1906 il ritmo decorativo della linea trionfa sul
colore. Un colore che si sgancia da ogni sottomissione e si pone oltre la
visione di ciò che appare. Un paesaggio semplice irreale che ricorre ai verdi
ai rossi ai viola. Con le figure totalmente inventate che vivono una vita
propria. Staccate le une dalle altre.
La tela acquistata da Leo Stein, insieme a Les Demoiselles d’Avignon di Picasso, è stata giudicata un’opera fondamentale.
L’altra faccia del demone creativo del 900.
Fausto Politino
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Giovanni Manna
Ombre di felicità
2011, 8°, pp. 112
€ 12,00
Collana Mneme n. 31
ISBN 978-88-96071-42-7
PRENOTA IL LIBRO
Prefazione a cura di Giuseppe D’Onchia,
direttore del Tg10
disponibile da sabato 5 marzo 2011
Il Museo Archeologico di Gela farà da teatro alla festa di presentazione del libro Ombre di Felicità.
A presentare la serata, sabato 5 marzo h 17.00, la Dott.ssa Fabiola Polara. Si alterneranno a relazionare sul libro, la Prof.ssa Iride Valenti - Università di Catania, il Direttore Giuseppe D’Onchia, l’editore Francesco Urso,
il giornalista Andrea Cassisi e l’autore del romanzo, Giovanni Manna.
La serata è resa possibile dalla disponibilità del Direttore del Museo, Arch. Gueli.
L’evento è sponsorizzato dal Kiwanis Club di Gela.
Il testo (pp. 112 - € 12) sarà disponibile per l’acquisto, a decorrere dal 5 marzo, sul sito della Casa Editrice (www.libreriaeditriceurso.com/mannagiovanni.html) e su vari siti tra cui Unilibro.it, Internet Bookshop Italia, Webster - e su altre librerie virtuali; sarà subito presente nelle migliori librerie in Sicilia e in Veneto e prenotabile da qualsiasi libreria sul territorio italiano.
Il prodotto sarà regolarmente registrato presso il Catalogo dei libri italiani in commercio
dell’Associazione Italiana Editori.
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Giovanni Manna, già autore di Un pianeta da (ri)scoprire (Urso, 2007), è nato a Gela nel settembre del 1981.
Laureatosi in Lettere Classiche e abilitato S.I.S.S.I.S. all’insegnamento del Greco e Latino e al Sostegno, ha conseguito il Master in Creative and Professional Writing presso l’Istituto Europeo del Design, a Milano.
Già addetto stampa del Gela Calcio, attualmente è uno dei collaboratori delle riviste mensili L’Osservatore Cristiano e Vision. Risiede a Vicenza; lavora presso la Scuola Media Ugo Foscolo di Torri di Arcugnano.
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Giulia Tiralongo
La corsa sul mare
2011, 8°, pp. 240
€ 9,00
Collana OPERA PRIMA n. 24
ISBN 978-88-96071-39-7
PRENOTA IL LIBRO
Che cos’è la vita se non un’eterna corsa verso qualcosa o qualcuno?
Lo sanno bene i personaggi di questo romanzo, che sembrano non poter fare a meno di precipitarsi al mare ogni qualvolta sentono il bisogno di ritrovare se stessi.
Lo sanno bene Katia e Lara che apparentemente non hanno niente in comune, se non la loro tenera e ingenua amicizia. Purtroppo il tempo passa e le cose cambiano e il loro legame è costantemente messo alla prova dalle convenzioni sociali. Di fronte a questo mondo che solo ora gli si mostra per quello che è, così lontano dalle fiabe su cui loro spesso fantasticavano giocando da piccole, reagiscono però in modi diversi: Katia rincorre la massa per adeguarsi alla società e Lara fugge da essa. Anche se correndo in direzioni diverse non si rassegnano però a separarsi, sapendo di non poter continuare quella corsa se non insieme.
Lo sa bene anche Raffaele, che vive la sua esistenza cercando di realizzare i suoi sogni, che ai suoi occhi di bambino appaiono chiari, mentre con il tempo diventano sempre più confusi, al punto che la vita gli scivola via e con essa la speranza. I destini di questi tre personaggi si incrociano irrimediabilmente e alla fine troveranno quello che avevano cercato sin dall’inizio: la loro “essenza”.
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Giulia Tiralongo è nata ad Avola nel 1996. Ha frequentato le scuole primarie e secondarie ad Avola e adesso frequenta il primo anno del liceo classico a Noto. Questo è il suo primo romanzo. |
I DIECI LIBRI PIU' VENDUTI
NELLA NOSTRA LIBRERIA
Al 26 febbraio 2011
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Priolo, Teatro d'Avola in provincia di Siracusa, € 6,00
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